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Le diverse specie di farro: differenze tra le versioni

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'''Il monococco'''
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Le '''specie di farro''' coltivate sono tre e sono così classificate:
  
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* [[farro monococco]] (''Triticum monococcum'' L. ssp. ''monococcum'', per semplicità indicato come '''''T. monococcum''''');
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* [[farro dicocco]] o semplicemente farro (''T. turgidum'' L. ssp. ''dicoccum'' Schubler (sinonimo ''T. dicoccon'' Schrank), indicato per semplicità come '''''T. dicoccum''''');
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* [[farro spelta]] (''T. aestivum'' L. ssp. ''spelta'', indicato per semplicità come '''''T. spelta''''').
  
Il farro monococco, detto farro piccolo, più semplicemente monococco, è  il primo cereale ad essere stato coltivato e utilizzato dall’uomo (parliamo di oltre 10.000 anni fa). La sua classificazione più recente è ''Triticum monococcum''  subspecie ''monococcum'', che per semplicità riportiamo come ''T. monococcum''. É una specie tipicamente mediterranea, molto presente anche in Italia e che, per migliaia di anni, ha costituito la base della dieta delle popolazioni agricole insieme al farro dicocco.
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Il [[dicocco]] è la specie più diffusa nel Bacino del Mediterraneo e in Italia in particolare, dove la sua storia di coltivazione e di utilizzazione risale ai tempi dei Romani e si è tramandata fino ai nostri giorni. Seguono per importanza colturale lo [[spelta]] e il [[monococco]].
Il monococco, per incroci spontanei con altre specie di ''Triticum'', ha dato origine a gran parte dei frumenti oggi conosciuti (dicocco, frumento duro, frumento tenero e altri). Ed è per questo che possiamo, senza dubbio, definirlo “il padre di tutti i frumenti”.
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La sua coltivazione è stata quasi abbandonata durante l’Età del Bronzo (4-5000 anni fa), quando l’agricoltore cominciò ad utilizzare altre specie di frumenti, in particolare con cariosside nuda, di più facile utilizzazione e con rese più alte.
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Oggi, grazie all’impegno di Prometeo, il monococco è ritornato di nuovo ad essere coltivato nei nostri campi, all’interno di una specifica filiera di produzione, rigorosamente controllata dalla selezione del seme al prodotto finito.  
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Chi è Monlis
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[[Category:Agricoltura]]
MonLis è una varietà di farro monococco, la prima iscritta al Registro Nazionale delle Varietà (nel 2006) e costituita dal CRA (Consiglio Nazionale per la Ricerca in Agricoltura).
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[[Category:Farro]]
 
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Prometeo utilizza esclusivamente MonLis per i suoi prodotti a base di farro monococco.
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Il rinnovato interesse per questa coltura è legato alla crescente sensibilità del consumatore per le caratteristiche dietetico-nutrizionali degli alimenti derivati, legate principalmente al ridotto contenuto in glutine e alla bassa tenacità dello stesso. Tali elementi comportano una migliore digeribilità del monococco rispetto ad altri cereali e quindi una maggiore tolleranza alimentare (si precisa che il monococco, come tutti i frumenti, non può essere utilizzato dai soggetti affetti da celiachia, in quanto contiene gliadine, le proteine che causano la reazione celiaca).
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Oltre alle sue eccellenti peculiarità nutrizionali, il monococco è interessante anche sotto il profilo agronomico, perché tollerante alle malattie e agli stress ambientali e adatto a condizioni colturali marginali, alto-collinari e montane. La sua rusticità, le ridotte esigenze nutrizionali e la sua ampia adattabilità ambientale lo propongono come un cereale particolarmente indicato per sistemi agricoli biologici e a basso impatto ambientale.
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Profilo agronomico del Monlis
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Varietà di farro piccolo costituita dal CRA (ex-Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura), ottenuta da selezione entro popolazioni locali di diversa origine. Varietà ad sviluppo alternativo (non necessita di accumulo di freddo per andare in spigatura, quindi non è obbligatoria la semina autunno-vernina), pianta eretta alla fine dell’accestimento, foglie e culmo molto sottili, vegetazione con forte pigmentazione a maturazione (paglia, glume e ariste bruno-nere). Taglia medio-alta, ciclo molto tardivo. Spiga di media lunghezza, molto compatta, di colore da bruno a nero a maturazione; ariste di colore simile, mediamente corte, non divaricate, che tendono a cadere a maturazione piena. Cariosside di medie dimensioni, appiattita, con poca peluria all’apice, di tessitura soft (“tenera”), indicata per farine destinate a prodotti da forno e alcuni tipi di pasta. Varietà idonea alla semina di fine inverno nelle zone di montagna e nel nord Italia; è possibile la semina autunnale nelle zone medio-basso collinari del Centro-Sud, dove il clima è più mite. Si presta al pascolamento invernale. Densità di semina consigliata: 200-250 semi germinabili per metro quadrato (corrispondenti a 90-110 kg/ha di granella vestita), adottando la semina a righe. Limitare le fertilizzazioni perché la pianta ha una forte capacità di accestimento e una elevata suscettibilità all’allettamento. Prima varietà di farro monococco iscritta al Registro Nazionale delle Varietà (2006).
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Le proprietà di MonLis
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Le proprietà del monococco MonLis sono state ampiamente studiate dal CRA, e, in particolare, sono molto interessanti i risultati della sperimentazione condotta nell’ambito del progetto MONICA*, dal quale emerge, a confronto con una varietà di frumento tenero:
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· un contenuto proteico superiore; ·
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un più elevato contenuto di ceneri e microelementi (ferro, zinco, magnesio, fosforo, potassio ecc.);
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· una bassa presenza di acidi grassi saturi;
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· un minor contenuto in amido e una migliore digeribilità;
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· una più elevata presenza di antiossidanti e pigmenti gialli(carotenoidi, tra cui il beta-carotene, precursore della vitamina A);
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· un più alto contenuto di tocoli (vitamina E). Tali principi hanno un ruolo rilevante nelle attività funzionali della cellula e sono efficienti agenti antiossidanti.
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Monlis in cucina
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La farina di farro monococco MonLis presenta ottime caratteristiche per dolci, pane, pizze e altri prodotti da forno. Essendo il glutine meno tenace rispetto a quello del frumento tenero, l’impasto ottenuto con farina di MonLis risulta meno elastico, più friabile e quindi più adatto alla realizzazione di paste frolle ed impasti per biscotti, pasticcini e crostate. Grazie a queste proprietà, per ottenere un buon impasto friabile servono generalmente meno grassi rispetto a quelli che si utilizzerebbero con la farina di frumento. Grazie all’alto contenuto di pigmenti carotenoidi, l’impasto presenta una spiccata colorazione gialla. Prometeo utilizza esclusivamente la macinazione a pietra naturale, procedimento che salvaguarda integralmente il germe e lo strato aleuronico (sottile strato di cellule presente subito sotto il pericarpo esterno della cariosside), entrambi importantissimi in termini nutrizionali e organolettici.
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'''Il farro dicocco'''
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== Intestazione ==
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Il farro dicocco, ,il farro per antonomasia, ha le caratteristiche alimentari di base tipiche dei cereali. Essi sono  la base energetica dell’alimentazione, grazie al contenuto in amido, danno un modesto apporto di proteine (glutine) e un buon apporto di fibra; contengono grassi insaturi e vitamine nel germe.
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Il dicocco – classificato attualmente ''Triticum turgidum'' subspecie ''dicoccum'' - si differenzia dai frumenti tenero e duro per alcune peculiari caratteristiche legate al maggior contenuto in sali minerali, alla presenza di un più spesso strato aleuronico (tessuto sottostante il pericarpo, ricco di vitamine e proteine funzionali), alla ricchezza in beta-glucani (gomme naturali con preziosa funzione di protezione dell’apparato digerente e di agevolazione della digestione).
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Il  dicocco, inoltre, ha un basso indice glicemico (dovuto alla lenta trasformazione degli amidi durante la digestione che evita un alto picco glicemico, favorendo un miglior apporto energetico) e per questo particolarmente adatto a chi pratica attività sportive ed agonistiche, ma anche per chi svolge lavori sedentari e/o soggetti diabetici.
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Infine, il contenuto in glutine di questa specie, così come del monococco, è mediamente basso, almeno se confrontato con i frumenti “moderni” e, soprattutto, si tratta di un glutine poco tenace (“soft”). In realtà, il farro è normalmente pastificato in purezza e fornisce, in gran parte dei casi, un prodotto (“pasta”) del tutto gradevole. La nostra opinione in merito è che non sia opportuno confrontare farro e frumento duro in relazione ai prodotti finiti: ciò che si produce con la trasformazione del farro ha un valore nutrizionale e organolettico unico, che va valutato e apprezzato per le proprie caratteristiche.
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Prometeo lavora quasi esclusivamente farro dicocco e per  la gamma dei suoi prodotti utilizza farine ottenute dalle sue varietà di farro dicocco, Rossorubino, Yakub e Zefiro, sia in purezza sia in miscela.
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Tali varietà sono state ottenute da selezione entro popolazioni di farro dicocco collezionate nell’Appennino centro-meridionale. Sono le prime ad essere state iscritte al Registro Nazionale delle Varietà. Ciascuna possiede specifiche caratteristiche agronomiche e tecnologiche, che le rendono adatte alle diverse condizioni di coltivazione e alle diverse esigenze della trasformazione, in particolare quelle relative ai numerosi prodotti di Prometeo.
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'''Lo spelta'''
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== Intestazione ==
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È il più “grande” dei farri, sia per struttura della pianta sia per dimensioni di spiga e cariosside (per questo detto farro grande).
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È la specie geneticamente più vicina al frumento tenero e si è diffusa particolarmente nei paesi del Nord Europa, dove è coltivata da sempre ed utilizzata per i prodotti da forno. Fino a non molti anni fa era anche l’unico “farro” conosciuto al di fuori dei confini italiani, dove solo di recente è stato introdotto il dicocco, con non poche difficoltà per far comprendere le numerose differenze fra le due specie, in particolare negli ambienti anglosassoni e statunitensi, dove, per l’appunto, “spelt” era da sempre sinonimo di farro.
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È anche la specie di farro maggiormente interessata a programmi di miglioramento genetico e sono state ottenute numerose varietà iscritte al Registro Europeo, istituto già molti anni fa (a differenza di quelli del monococco e del dicocco istituiti solo nel 2004). I programmi di breeding sono impostati su due filoni: la selezione entro popolazioni locali (in particolare nei paesi del Mediterraneo, Italia inclusa, esempio la varietà Triventina) e l’incrocio. Quest’ultimo può avvenire fra diverse varietà di spelta (si ottengono spelta “puri”) oppure fra varietà di spelta e varietà di frumento tenero (spelta “incrociati” o crossed spelt): quest’ultima strategia è quella maggiormente perseguita nei paesi nord-europei allo scopo di migliorare le caratteristiche panificatorie dello spelta, vs il frumento tenero.
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In Italia sono presenti varietà locali di spelta, nelle aree appenniniche del Sud, ma in misura decisamente minore rispetto al dicocco. La prima varietà di spelta – Rouquin (spelta puro di origine belga) - è stata introdotta a metà degli anni Ottanta e coltivata in piccole superfici. Altre varietà sono state introdotte dal Nord Europa [esempio Altgold Rotkorn (“pure” spelt); Balmegg (“crossed” spelt)], ma la loro coltivazione resta limitata superfici ridotte: si stima una superficie non superiore ad un migliaio di ettari. Tale scarsa diffusione in Italia è da attribuire, con buona probabilità, a tre ordini di motivi: - la coltivazione dello spelta non ha mai dimostrato evidenti vantaggi produttivi e agronomici rispetto al dicocco, che di fatto rimane il farro per eccellenza; - la trasformazione nazionale è principalmente indirizzata su prodotti finiti diversi da quelli tipicamente da forno (dove lo spelta trova maggiore impiego); - le coltivazioni nord-europee sono più produttive e la disponibilità di prodotto sul mercato elevata, tali da non rendere competitiva la coltura in Italia.
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Prometeo utilizza piccole quantità di spelta per la produzione di farine e alcuni prodotti da forno.
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Versione attuale delle 20:49, 20 giu 2015

Linea temporale farro.jpg

Le specie di farro coltivate sono tre e sono così classificate:

  • farro monococco (Triticum monococcum L. ssp. monococcum, per semplicità indicato come T. monococcum);
  • farro dicocco o semplicemente farro (T. turgidum L. ssp. dicoccum Schubler (sinonimo T. dicoccon Schrank), indicato per semplicità come T. dicoccum);
  • farro spelta (T. aestivum L. ssp. spelta, indicato per semplicità come T. spelta).

Il dicocco è la specie più diffusa nel Bacino del Mediterraneo e in Italia in particolare, dove la sua storia di coltivazione e di utilizzazione risale ai tempi dei Romani e si è tramandata fino ai nostri giorni. Seguono per importanza colturale lo spelta e il monococco.