Azioni

Più che filiera corta, filiera etica

Da Prometeo Wiki.

Versione del 17 mar 2014 alle 15:18 di Federico (Discussione | contributi)

Intervista al nostro Massimo Fiorani, intervenuto nella trasmissione "A Conti Fatti", programma realizzato dalla redazione di Economiacristiana.it e trasmesso da Radio Vaticana Italia.

Sul sito web di Economiacristiana.it è anche possibile ascoltare il podcast dell'intervista.


Dottor Fiorani, voi vi occupate di farro da circa 20 anni. Vi distingue sul mercato un approccio particolare alla filiera produttiva. Ce ne può parlare?

Quando abbiamo iniziato il farro era poco conosciuto, diciamo che era dimenticato, quindi siamo stati sempre costretti ad andare con il seme dall'agricoltore, per farlo coltivare. Nel tempo abbiamo sviluppato e perfezionato questa filiera. Noi siamo anche azienda sementiera, produciamo il seme lo consegniamo agli agricoltori e tramite contratto di coltivazione ci impegniamo a ritirare il prodotto e ovviamente l'agricoltore si impegna a conferirlo. Facciamo un contratto già con un prezzo fissato al momento della stipula, quindi prima della semina, e quel prezzo rimarrà anche al momento del raccolto, così non ci sono fluttuazioni di mercato; inoltre negli anni cerchiamo di mantenerlo mediamente costante, non ci sono grosse oscillazioni tra un anno e l'altro.


Un modello che nasce con l’obiettivo di calmierare le oscillazioni del mercato, mantenendo più o meno stabili i guadagni per le diverse componenti della filiera. Con questo tipo di approccio si riesce ad essere competitivi su uno scenario come quello attuale?

Il farro è un piccolo mercato, è una nicchia, specialmente se confrontata con i grossi volumi di scambio che ci possono essere sul grano o altri cereali. Questo ci ha permesso di creare una filiera così rispettosa dei vari passaggi, perché non è sempre detto che una filiera corta possa essere poi competitiva in un mercato globale. È una filiera dove c'è un maggior rispetto tra i vari operatori, quindi tra il produttore agricolo che deve fare il proprio mestiere e deve avere le proprie certezze di vendita del prodotto che coltiva in un periodo così lungo, perché se si semina in ottobre e si raccoglie a luglio. Allo stesso tempo al trasformatore da delle certezze di acquisto del prodotto.


Quindi non è importante se la filiera sia corta o lunga purché all’interno dei diversi passaggi il lavoro di ciascuno sia valorizzato nella maniera più opportuna.

Certo, nella maniera più opportuna in modo che si evitino le speculazioni in questi passaggi.


I consumatori stanno premiando realtà che operano come la vostra o vi sentite dei pionieri in attesa di un riscontro positivo sul mercato?

Sono convinto che sia la strada giusta, anche perché noi operiamo nel mercato dell'agricoltura biologica e a volte bisogna inserire anche un qualcosa di più innovativo. Avere un maggior rispetto tra i vari operatori lo ritengo molto importante. Certamente, più si arriva verso il fondo della filiera, quindi dove c'è la parte commerciale, la parte di distribuzione e più è difficile far capire questo, ma sono convinto che ci possiamo arrivare. Il nostro è un mercato molto piccolo, ma può in qualche modo iniziare a innescare qualche cambiamento.