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Strigliatura: differenze tra le versioni

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La '''strigliatura''' è un’operazione svolta con l’erpice strigliatore, un attrezzo munito di denti dritti o leggermente reclinati all’apice, come un pettine (una “striglia” per l’appunto), parzialmente flessibili, che svolgono la funzione di “strigliare” il terreno e/o le piante.  
 
La '''strigliatura''' è un’operazione svolta con l’erpice strigliatore, un attrezzo munito di denti dritti o leggermente reclinati all’apice, come un pettine (una “striglia” per l’appunto), parzialmente flessibili, che svolgono la funzione di “strigliare” il terreno e/o le piante.  
  
Si può utilizzare su terreno nudo per la preparazione del letto di semina oppure sulle colture già nate, sia di cereali che di altre specie. Sui cereali in generale - e sul [[farro]] in particolare - l’intervento va dall’inizio dell’accestimento all’inizio della levata.  
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Si può utilizzare su terreno nudo per la preparazione del letto di semina oppure sulle colture già nate, sia di '''cereali''' che di altre specie. Sui cereali in generale - e sul [[farro]] in particolare - l’intervento va dall’inizio dell’accestimento all’inizio della levata.  
  
La strigliatura rompe la cozza superficiale del terreno e sradica le erbe infestanti presenti (mentre non sradica la pianta del cereale che ha già le radici ben ancorate al terreno). Tale operazione - che deve essere condotta in condizioni di asciutto - *riduce l’evaporazione del terreno (quindi mantiene l’umidità);  
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La strigliatura rompe la cozza superficiale del terreno e '''sradica le erbe infestanti''' presenti (mentre '''non sradica la pianta del cereale''' che ha già le radici ben ancorate al terreno). Tale operazione - che deve essere condotta in condizioni di asciutto -  
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*riduce l’evaporazione del terreno (quindi mantiene l’umidità);  
 
*favorisce l’arieggiamento dei primi 2-3 cm del terreno e quindi delle radici;  
 
*favorisce l’arieggiamento dei primi 2-3 cm del terreno e quindi delle radici;  
 
*elimina le erbe infestanti (in particolare quelle di piccole dimensioni);  
 
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Infine, questo intervento comporta la parziale rottura/indebolimento delle piante più sviluppate, favorendo l’accestimento e la ripresa del vigore vegetativo della coltura alla fine dell’inverno.
 
Infine, questo intervento comporta la parziale rottura/indebolimento delle piante più sviluppate, favorendo l’accestimento e la ripresa del vigore vegetativo della coltura alla fine dell’inverno.
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[[Category:Agricoltura]]

Versione attuale delle 14:02, 27 apr 2014

La strigliatura è un’operazione svolta con l’erpice strigliatore, un attrezzo munito di denti dritti o leggermente reclinati all’apice, come un pettine (una “striglia” per l’appunto), parzialmente flessibili, che svolgono la funzione di “strigliare” il terreno e/o le piante.

Si può utilizzare su terreno nudo per la preparazione del letto di semina oppure sulle colture già nate, sia di cereali che di altre specie. Sui cereali in generale - e sul farro in particolare - l’intervento va dall’inizio dell’accestimento all’inizio della levata.

La strigliatura rompe la cozza superficiale del terreno e sradica le erbe infestanti presenti (mentre non sradica la pianta del cereale che ha già le radici ben ancorate al terreno). Tale operazione - che deve essere condotta in condizioni di asciutto -

  • riduce l’evaporazione del terreno (quindi mantiene l’umidità);
  • favorisce l’arieggiamento dei primi 2-3 cm del terreno e quindi delle radici;
  • elimina le erbe infestanti (in particolare quelle di piccole dimensioni);
  • consente l’interramento del concime eventualmente distribuito (facilitando l’assorbimento da parte della pianta e riducendone le perdite).

Infine, questo intervento comporta la parziale rottura/indebolimento delle piante più sviluppate, favorendo l’accestimento e la ripresa del vigore vegetativo della coltura alla fine dell’inverno.

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