La strigliatura è un’operazione svolta con l’erpice strigliatore, un attrezzo munito di denti dritti o leggermente reclinati all’apice, come un pettine (una “striglia” per l’appunto), parzialmente flessibili, che svolgono la funzione di “strigliare” il terreno e/o le piante.
Si può utilizzare su terreno nudo per la preparazione del letto di semina oppure sulle colture già nate, sia di cereali che di altre specie. Sui cereali in generale - e sul farro in particolare - l’intervento va dall’inizio dell’accestimento all’inizio della levata.
La strigliatura rompe la cozza superficiale del terreno e sradica le erbe infestanti presenti (mentre non sradica la pianta del cereale che ha già le radici ben ancorate al terreno). Tale operazione - che deve essere condotta in condizioni di asciutto - *riduce l’evaporazione del terreno (quindi mantiene l’umidità);
Infine, questo intervento comporta la parziale rottura/indebolimento delle piante più sviluppate, favorendo l’accestimento e la ripresa del vigore vegetativo della coltura alla fine dell’inverno.