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| − | Facendo riferimento alla normativa vigente in Italia può essere chiamata “pasta” solo ed esclusivamente il prodotto derivante dall’impasto di semola di grano duro e acqua e successiva essiccazione. Tuttavia è possibile “pastificare” anche altre matrici, quali farine, semolati e sfarinati vari provenienti da cereali diversi dal grano duro, quali farro, grano turanico, orzo, mais, ecc. In questo caso non è formalmente consentito l’uso del termine “pasta”, seppure lo stesso sia sostanzialmente tollerato. | + | |
| − | Il processo di pastificazione prevede in tutti i casi l’impasto della matrice (semola o sfarinato o farina) con acqua, la trafilatura | + | Facendo riferimento alla normativa vigente in Italia può essere chiamata “pasta” solo ed esclusivamente il prodotto derivante dall’impasto di '''semola di grano duro''' e acqua e successiva essiccazione. Tuttavia è possibile “pastificare” anche altre matrici, quali farine, semolati e sfarinati vari provenienti da cereali diversi dal grano duro, quali [[farro]], grano turanico, orzo, mais, ecc. In questo caso non è formalmente consentito l’uso del termine “pasta”, seppure lo stesso sia sostanzialmente tollerato. |
| − | Tutto questo processo assume connotazioni totalmente diverse in relazione ai tempi di impasto, al tipo di attrezzature utilizzate (ad esempio per la trafilatura, se trafile in bronzo o in teflon o miste), al metodo di essiccazione (continuo o discontinuo), ai tempi di essiccazione. | + | |
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L’interazione fra materia prima e processo tecnologico producono innumerevoli tipologie di pasta e molto diversificate fra di loro. | L’interazione fra materia prima e processo tecnologico producono innumerevoli tipologie di pasta e molto diversificate fra di loro. | ||
La pastificazione è il processo artigianale o industriale che porta alla produzione della pasta.
Facendo riferimento alla normativa vigente in Italia può essere chiamata “pasta” solo ed esclusivamente il prodotto derivante dall’impasto di semola di grano duro e acqua e successiva essiccazione. Tuttavia è possibile “pastificare” anche altre matrici, quali farine, semolati e sfarinati vari provenienti da cereali diversi dal grano duro, quali farro, grano turanico, orzo, mais, ecc. In questo caso non è formalmente consentito l’uso del termine “pasta”, seppure lo stesso sia sostanzialmente tollerato.
Il processo di pastificazione prevede in tutti i casi l’impasto della matrice (semola o sfarinato o farina) con acqua, la trafilatura e la successiva essiccazione.
Tutto questo processo assume connotazioni totalmente diverse in relazione ai tempi di impasto, al tipo di attrezzature utilizzate (ad esempio per la trafilatura, se trafile in bronzo o in teflon o miste), al metodo di essiccazione (continuo o discontinuo), ai tempi di essiccazione.
L’interazione fra materia prima e processo tecnologico producono innumerevoli tipologie di pasta e molto diversificate fra di loro.