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Cos'è il farro

Da Prometeo Wiki.

Versione del 2 dic 2013 alle 15:36 di Federico (Discussione | contributi)

“Farro” (hulled wheat in inglese) è il nome comune con il quale sono chiamati i frumenti vestiti, che differiscono dai più diffusi frumenti nudi (tenero e duro) perché al momento della trebbiatura le cariossidi non si separano dalle glumelle. I frumenti appartengono al genere Triticum all’interno della grande famiglia delle Poaceae (figura 1), caratterizzata da numero cromosomico di base 7 (x=7). Il genere Triticum è il più importante per numero di specie coltivate e per ampiezza di diffusione e di utilizzazione e comprende tutte le specie di farro.


Figura 1. Composizione della famiglia delle Poacaee


I farri sono i primi frumenti coltivati dall’uomo ed è possibile far risalire la loro origine a oltre 10 mila anni fa, nella zona della Mezza Luna Fertile (tra Iran, Iraq, Siria e Palestina), che rappresenta il centro di origine primario e il maggior centro di diversificazione per queste specie, delle quali tre in particolare hanno interesse agricolo e la loro coltivazione è giunta fino ai nostri giorni:

  • farro piccolo o monococco, specie diploide, cioè con due serie di cromosomi ((2x7=14 cromosomi totali);
  • farro medio o dicocco, specie tetraploide, con 4 serie di cromosomi (4x7=28 cromosomi totali);
  • farro grande o spelta, specie esaploide, con 6 serie di cromosomi(6x7=42 cromosomi totali).

La classificazione delle diverse specie è oggi ben definita ed i recenti studi di genetica hanno chiarito con esattezza l'origine dei frumenti in generale e dei farri in particolare e hanno stabilito le relazioni fra le diverse specie, sia spontanee sia coltivate (Salamini et al., 2002; Özkan et al., 2002). Nella tabella 1 è riportata la classificazione ad oggi accettata e condivisa delle specie di Triticum più diffuse, con le caratteristiche più rilevanti per ciascuna specie.


CREARE COLLEGAMENTO CON LA TABELLA 1 - TABELLA DELLA CLASSIFICAZIONE GENERE TRITICUM


Le tre specie di farro sono così classificate:

• monococco (Triticum monococcum L. ssp. monococcum, per semplicità in questo sito sarà indicato come T. monococcum);

• dicocco o semplicemente farro (T. turgidum L. ssp. dicoccum Schubler (sinonimo T. dicoccon Schrank), indicato per semplicità come T. dicoccum);

• spelta (T. aestivum L. ssp. spelta, indicato per semplicità come T. spelta).


All’interno di ciascuna specie è possibile individuare diverse popolazioni locali, in particolare negli areali dove la specie si è maggiormente diffusa. Il farro dicocco, il farro per antonomasia, il più coltivato nel bacino del Mediterraneo, presenta un elevato numero di varietà locali (LINKARE UN BOX CON LA DEFINIZIONE DI VARIETA' LOCALE-box da creare), derivanti dall’azione congiunta della selezione naturale e della selezione antropica. Esse differiscono per caratteri morfologici, fisiologici, agronomici e qualitativi e assumono una loro netta identità, spesso fortemente legata al territorio di origine. Infatti, alcune varietà locali, ad esempio il “farro della Garfagnana” (DA LINKARE AL SITO UFFICIALE DELLA IGP) e il ”farro di Monteleone di Spoleto” (DA LINKARE AL SITO UFFICIALE DELLA DOP), grazie alle loro particolari caratteristiche genetiche e di utilizzazione derivanti dall’ambiente di coltivazione, hanno raggiunto un legame indissolubile con l'ambiente di coltivazione e tutto il sistema produttivo, tale da sostenere la tutela da parte di specifici marchi di protezione della tipicità (IGP il primo e DOP il secondo).

Oriana Porfiri[1]

Note

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  1. Questo è il testo che compare poi nelle note in fondo